giovedì 13 giugno 2013

7 anime

Era da tantissimi anni che avrei voluto vedere "Sette anime" di Gabriele Muccino, con protagonista uno degli attori più belli al mondo (per me, ovviamente): Will Smith, ma solo nell'ultima settimana (a rate) sono riuscita a vederlo.

Il film, ormai datato, inizia col protagonista Ben Thomas che chiama il numero di emergenza annunciando che è stato eseguito un suicidio, il suo.

Ospedale: "Sì, pronto?"
Ben Thomas: "C'è una emergenza!"
Ospedale: "Di che si tratta?"
Ben Thomas: "C'è stato un suicidio!"
Ospedale: "Chi è la vittima?"
Ben Thomas: "Io"

Ben è sempre afflitto, con un aria triste, gli occhi luccicanti e, lasciandosi passare per un agente del fisco, rintraccia una serie di persone: un cieco, una giovane donna con seri problemi cardiaci e una donna in grave pericolo col compagno che picchia lei e i suoi figli, ma che non ha mai il coraggio di denunciare.
Ben comincia, però, a frequentare Emily, la ragazza con la malformazione cardiaca e se ne innamora. Emily sta sempre peggio e, dopo l'ennesimo crollo, Ben chiede alla dottoressa quante probabilità ci sono per Emily di trovare un cuore, probabilità molto scarse dato il raro gruppo sanguigno della ragazza, lo stesso di Tim.
E' così che si ritorna all'inizio del film. Ben, il cui vero nome è Tim, era un ingegnere aerospaziale, che una notte per mandare un sms mentre guidava aveva causato un gravissimo incidente automobilistico in cui sette persone, tra cui la moglie, avevano perso la vita.

"In sette giorni Dio creò il mondo,in sette secondi io ho distrutto il mio"

Decide così che, il suo modo per riscattarsi sarà quello di donare i suoi organi per poter permettere a sette "brave persone" di continuare la loro vita: il fratello Ben, a cui ruba l'identità, riceve un lobo polmonare, una parte del fegato ad un'assistente sociale di nome Holly, George che riceve un rene eil midollo osseo ad un ragazzo di nome Nicholas. Gli ultimi tre li conosciamo bene, sono quelli che ci hanno accompagnato nel film: Connie a cui regala la casa al mare e una vita lontana dal violento compagno, Ezra a cui dona le cornee ed Emily, a cui dona tutto il suo cuore.

Il film è toccante e tocca infiniti punti: il senso di colpa che logora e uccide dentro, la voglia di riscatto, di rivalsa, di donare a qualcuno la vita che non si vuole avere più.
Will Smith, diretto magistralmente, rende molto questa idea di sofferenza continua e costante della sua vita. I flashback, il presente, la lotta contro le malattie e le ingiustizie che la vita, di solito, dà successivamente.
Ma quello che più mi sta a cuore è la donazione degli organi. Al di là del film, in cui il tutto è forzato dalla necessità interiore di Tim di riscattarsi con se stesso ed accentuare la cosa portandosi al suicidio, credo che la donazione degli organi sia l'atto più altruistico che si possa fare in tutta la propria vita. Ci ho sempre pensato da quando ero molto più piccola, ma pensandoci bene, quando non ci saremo più, quando il nostro corpo sarà dimenticato, perché dovremmo portare con noi quei pezzi che potrebbero salvare o fare vivere meglio la vita di qualcun altro? Pensate a qualche giovane o qualunque persona, che è nato con problemi o di cui la vita è stata così cattiva da non permettergli di vivere serenamente per problemi molto gravi, e questo nostro aiuto postumo potrebbe permettergli di continuare e migliorarsi.
Meditate, gente, meditate....
Buona visione
Stè



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